Reagire al velleitarismo #136
Le rivelazioni sull'assalto al Congresso, big tech e aborto, il discorso di Craxi e le altre notizie.
Ultimo appuntamento prima della pausa estiva. Ancora grazie a tutti quelli che ogni settimana hanno la pazienza di leggermi e segnalare la mia newsletter alle persone conosciute.
Ci rivediamo a settembre!
Trump fuori controllo e il tentativo di colpo di Stato: cosa è emerso dall’ultima sconvolgente audizione sull’assalto al Congresso
Audizione dopo audizione, la Commissione parlamentare d’inchiesta sull’assalto al Congresso degli Stati Uniti sta facendo emergere le immense responsabilità di Donald Trump e del suo entourage prima, durante e dopo quell'esplosione di violenza che ha portato alla morte di sette persone e al ferimento di centinaia.
L’ultima audizione, che si è tenuta martedì 28 giugno 2022 in via eccezionale, è stata senza alcun dubbio la più potente e al tempo stesso devastante per l’ex presidente. Per due ore la Commissione ha interrogato Cassidy Hutchinson, la 26enne ex assistente di Mark Meadows, l’ultimo capo di gabinetto dell’amministrazione Trump, che ha rivelato particolari sconvolgenti.
Leonardo Bianchi su Valigia Blu e la newsletter Elezioni Usa 2024.
3 luglio 1992: il discorso di Craxi al Parlamento italiano
L'intervento con cui Bettino Craxi pronuncia il proprio J'accuse a un'intera classe politica che non esiterà a lasciarlo in pasto all'opinione pubblica resta un punto centrale per comprendere l'involuzione del sistema politico italiano.
Andrea Spiri su Il Mulino.
Le Big tech americane tacciono sulle loro policy dopo la sentenza che vieta l’aborto
Nelle ore e nei giorni successivi alla sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti che ribalta il diritto costituzionale all'aborto, le aziende tecnologiche si sono affrettate a mostrare il loro sostegno ai dipendenti che vivono in stati in cui la procedura è ora vietata. Meta, la società madre di Facebook, ha promesso di pagare le spese per i membri dello staff che hanno bisogno di viaggiare fuori dal loro stato d'origine per un aborto. Alphabet, la società madre di Google, ha detto ai dipendenti che potevano richiedere di trasferirsi dagli stati che vietano l'aborto.
Queste aziende, tuttavia, non hanno dato lo stesso tipo di supporto ai loro utenti, tra le crescenti preoccupazioni che i dati, i siti web visitati, la posizione di un telefono o i messaggi privati possano essere utilizzata per avviare un procedimento penale contro qualcuno che stia cercando di abortire.
Abby Ohlheiser e Hana Kiros su Mit Technology Review.
Le teorie del complotto online che aiutano il regime siriano
Fin dai primi mesi della rivoluzione, gli attivisti siriani hanno usato i loro telefoni come armi di difesa. Nel contesto di un regime dittatoriale dove l’informazione indipendente era totalmente assente, i social network rappresentavano un formidabile strumento di comunicazione con il mondo che smentiva la propaganda statale.
L’entusiasmo per la potenza dei social network e per il citizen journalism è stato importantissimo in Siria: per la prima volta si scopriva l’importanza dei telefonini per documentare in diretta la violenza contro la popolazione e per svelare i crimini di guerra del regime, delle milizie islamiste e dal 2015 dell’offensiva russa a sostegno del presidente Bashar al Assad.
A partire dal 2015 però, un’altra guerra, basata sulla disinformazione online e sulle teorie del complotto, ha screditato e messo in pericolo numerosi attivisti e organizzazioni siriane. Uno studio intitolato Deadly disinformation, promosso dalla Syria campaign e realizzato dall’Institute for strategic dialogue (Isd), ha analizzato decine di migliaia di tweet in lingua inglese e post di Facebook e Instagram che hanno preso di mira attivisti siriani e organizzazioni umanitarie, attaccandole con potenti campagne di disinformazione e teorie del complotto tra il 2015 e il 2021.
Catherine Cornet tradotta su Internazionale.