Reagire al velleitarismo #166
Indice globale su AI, dati e valore, proteste nei campus Usa e le altre notizie.
AI Index 2024, a che punto è l’intelligenza artificiale
Una fotografia completa e complessa dello stato dell’arte globale dell’IA è contenuta nel recente AI Index 2024 pubblicato nei giorni scorsi dall’Human-Centred AI Institute dell’Università di Stanford (HAI). Si tratta della settima edizione del documento, molto attesa dopo il boom dell’IA generativa del 2023, e molto corposa (ben 502 pagine). Una lettura imperdibile per gli addetti ai lavori, ma utilissima per chiunque voglia capirne di più.
I risultati della ricerca sono articolati in nove capitoli (ricchissimi di numeri e grafici): ricerca e sviluppo, prestazioni tecniche, IA responsabile, economia, scienza e medicina, istruzione, politica e governance, diversità, opinione pubblica.
Ne parla Ernesto Belisario nella newsletter Legge Zero.
Sempre sul tema intelligenza artificiale, nei giorni scorsi è uscito il position paper di Privacy Network in merito al nuovo Disegno di Legge in materia di Intelligenza Artificiale presentato dal governo nei giorni scorsi. Le osservazioni servono a indicare gli elementi che ad avviso di Privacy Network destano preoccupazione e che dovrebbero essere indirizzati dal legislatore.
Per un commento sul ddl, Stefano Da Empoli su Agendadigitale.eu
La battaglia per l’attenzione
Come possiamo aggrapparci a ciò che conta in un’epoca della distrazione? Le persone riescono a concentrarsi su un solo schermo per una media di soli quarantasette secondi. Tra coloro che cercano di capire perché non riusciamo a restare focalizzati su una singola cosa c’è D. Graham Burnett, storico della scienza a Princeton, che sostiene che l’impulso originale che scatena la nostra freneticità non è l’innovazione tecnologica, bensì il desiderio umano.
Nathan Heller sul New Yorker.
La guerra è già governata dall’IA
I militari statunitensi hanno iniziato con scetticismo ad approcciare l’intelligenza artificiale, ma oggi sono loro che sviluppano e utilizzano Project Maven per identificare obiettivi sul campo di battaglia.
Su Bloomberg Businessweek.
No data, no party
Il valore dei dati è centrale per l’intera economia digitale, non solo per i sistemi di intelligenza artificiale (IA). Tuttavia, ha ricadute significative anche per questi ultimi, come dimostra la cronaca recente: a dicembre 2023 il “New York Times” ha fatto causa a OpenAI, produttrice di ChatGpt, e a Microsoft, che sulla prima ha investito ingenti capitali. L’oggetto del contendere sono proprio i dati: nello specifico, decine di migliaia di articoli del “Times”, usati come base dati per addestrare ChatGpt senza autorizzazione, in violazione della normativa sul copyright – secondo quanto sostiene il quotidiano.
Fabio Paglieri su Il Mulino spiega perché parlare di intelligenza artificiale significa anche occuparsi di dati: sia della loro protezione sia della distribuzione del valore economico che essi, inevitabilmente, generano.
Tutto quello che c’è da sapere sulle proteste nei campus americani
Al centro del dibattito pubblico, negli Stati Uniti, continuano a esserci le proteste nei campus in relazione al conflitto in corso nella striscia di Gaza. Tali manifestazioni vanno avanti ormai da diverse settimane, chiedendo soprattutto un cessate il fuoco e la fine degli investimenti delle università americane in quelle israeliane. Nonostante questo, gli scopi del movimento non sono omogenei: all’Università di Yale e alla Cornell University, ad esempio, gli studenti puntano anche alla sospensione di ogni finanziamento all’industria bellica.
Un approfondimento di Elezioni Usa2024.